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1982 |
1.La fatica |
La fatica (P.A.Bertoli - M.Piccoli) Amore mio, che cosa vuoi che dica Sarà che mi è scoppiata la fatica O forse ho scaricato tutto il sacco di esperienza E sono fermo ai blocchi di partenza A volte sono stanco di pensare Mi sento come un pesce senza il mare Ho scritto tante cose, tanti fatti e le ragioni, cercando di fermare le emozioni Mi piace aprir la botte e raccontare di come a volte il cielo tocca il mare Di come l'infinito sia nel viso della gente, che ha costruito tutto e non ha mai avuto niente Amore mio, vorrei cominciare con tante cose ancora da inventare E non sentirmi vuoto come un fiasco già scolato Con l'impressione d'essere arrivato Mi piace scombinare l'acquisto e rivoltar la giacca ad un partito E fare i conti in tasca alle morali e tradizioni Col gusto di scoprire le finzioni E allora con la falce taglio il filo della luna La musica mi sembra più vicina E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna E cerco di tornare come prima Amore mio, mi mancan le parole per costruire torri in faccia al sole Sarà perché son stato troppo tempo a vegetare Che l'ho chiamato spesso riposare Ma non ho ancora perso la mia rabbia Non mi hanno ancora nella gabbia E pesco ancora in fondo alle mie tante ribellioni per scaricarle dentro alle canzoni Mi piace respirare la chiarezza Sentire dentro un po' di tenerezza Rompendo i bugigattoli dei dogmi culturali stampate sulle tavole di pietra o sui giornali E ancora con la falce taglio il filo della luna La musica mi sembra più vicina E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna E cerco di tornare come prima Amore mio, se a volte mi nascondo Se chiudo le mie entrate a questo mondo È solo per cercare di capire come sono Mi sento naufragare e mi abbandono Mi piace poi tornare come nuovo Sentire che mi scrollo e che mi muovo Allora c'è nell'aria come un altro ritornello Così che ripulisco il mio cervello E allora con la falce taglio il filo della luna La musica mi sembra più vicina E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna E cerco di tornare come prima. |
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So che sembra facile (P.A.Bertoli) Non è stato facile ma adesso non verrò Poi spiegarti è inutile e non ti spiegherò È più bello fingere che tu mi capirai Che non c'è più niente ed anche tu lo sai Forse voglio illudermi che non rimpiangerò Che la vita cambia e che domani cambierò Non mi va d'andarmene parlandoti di me Preferisco stringere il ricordo che ho di te So che sembra facile nasconderti i perché Che non posso dire che la colpa non sia in me Resta solo un attimo ti amo e niente più Io dicevo il vero, non lo so se tu Ho parlato tanto questa volta tacerò Poi ho tanto tempo, non lo so cosa farò Se non fosse inutile magari piangerei Io rimango solo, non lo so se tu lo sei. |
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Caccia alla volpe (P.A.Bertoli-M.Piccoli) Suoni di passi nella via, lui bussa alla porta Ed entra in fretta dentro al cuore della notte Fuori che importa che ora è, c'è un buco nel tempo Quando una certezza lo fa vivere due volte A volte si cambia lo scenario per acquistare un pezzo di inutilità Dimenticando il tempo che non tornerà L'aveva conosciuta quando il treno parte E ci si sente liberi di impomatarsi il cuore, di liberare uno sguardo forte Lei raccoglieva il duello e le schermaglie Giocava molto bene e come una volpe nascondeva il suo tesoro tra le sterpaglie Lui fuori dalla tana ad aspettare che uscisse con quella testa bionda tra le foglie rosse Desiderando forte che non gli sfuggisse Coi sensi appesi al vento, la sente già accanto Fra le betulle e il sole è un'altra sera che viene E sempre l'ultima occasione che perdi e allora Fuoco, le mira alla fronte Fuoco, si spara alla volpe si apre la caccia questa notte Fuoco, agli occhi di giaccio Fuoco, tra i rami di vischio Col cuore non perde le sue tracce La trova, la perde, la ritrova, ci lascia la carne e la paura Ma sa che non basterà una notte per avere la sua pelle o le sue tracce Ripensa ai suoi anni spesi male a guardare la luna col cannocchiale Distante dal gusto della vita, ma adesso lei gli canta tra le dita Scende la nebbia, che silenzio, come se il bosco fosse spento Una manciata di nevischio copre le tracce sul percorso Meglio tornare, meglio andare, mette alle spalle il suo fucile Eppure quegl'occhi di nascosto seguono sempre le sue mosse E sente che il vuoto torna ancora, col tempo diventa una preghiera E più che sparare a lei che ama, spara alla rabbia d'esser solo E torna di nuovo il tempo che il tuono si fa violento E vuol sentire cantare un'altra età della sua gola E il suo profumo nella notte gli fa strada, ricarica ancora e prende la mira e Fuoco, le mira alla fronte Fuoco, si spara alla volpe si apre la caccia questa notte Fuoco, agli occhi di giaccio Fuoco, tra i rami di vischio Col cuore non perde le sue tracce. |
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Norma (P.A.Bertoli-F.Urzino) I tuoi capelli del color del grano Ed uno sguardo di ricordo lontano Tu che brillavi tra le cose più belle E luci bianche e forti lì le stelle Desideri e scintille occhi immensi dietro grandi cancelli che guardavano te T'immaginavo fuoco senza calore Bruciare dentro il tempo, gli uomini il cuore E seminare nella corsa i pensieri Portare gli altri verso sogni mai veri E cieli grandi dipinti di sorrisi e illusioni di momenti usati solo da te E d'improvviso è cominciata la tua notte Ma la luna più non ti darà E d'improvviso a porte chiuse mi domando dove sia la realtà Ma una canzone per te qualcuno la canterà vedrai Avvolta in nuvole di sogni e stupore Distesa languida tra sesso e candore Mito abbagliante, delicato mistero Nei fotogrammi perdi il tuo volto vero Che al mattino ritorna e si tinge di pianto e non sa ricordarsi di te Tu, donna, voce seta nebbia nel vento La tua dolcezza è un fiore sopra il cemento Il tuo passato si colora di niente Il tuo ricordo è fuori dove la gente distratta trascina sorrisi, parole, speranze, eterni perché E d'improvviso è cominciata la tua notte Ma la luna più non ti darà E d'improvviso a porte chiuse mi domando dove sia la realtà Ma una canzone per te qualcuno la canterà vedrai… |
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Nicolò (P.A.Bertoli-F.Urzino-Masi) Vinta la tua battaglia della ragione doveva spuntare un mondo nuovo Ma prima di capire che era finita tornasti a lottare invano Lavoro senza tregua, tensioni, grida Da Scelba a Tambroni fulmini e tuoni Desiderio di avere una vita migliore, pagata col sangue e mai toccata con mano Oggi sono in tanti reduci di niente di un'Italia battuta e già arresa Dalla fuga di Kappler Catanzaro sorpresa Distende una lunga mano nera col fiato sospeso nel fuco e nel fumo Bologna si staglia sfinita E tu vecchio già stanco nascondi il tuo viso nella fredda sera Nicolò, ricordo di un giorno d'aprile, la festa bussava alla porta Nicolò, in mano stringevi il fucile e la terra sembrava risorta Nicolò, la festa che deve venire fantasma coi baffi in soffitta Nicolò, parole gettate a marcire, la tua lotta mutata in sconfitta Ombra vagante senza più una meta di una storia buttata in un sogno strano Tradito dalla fede, abbandonato dal partito, ricordo di un tempo ormai lontano Ma la gente ancora viva, testarda si muove cerca un'altra vita Si confonde ma non si arrende Battaglia perduta ma guerra mai finita Nicolò… |
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Sud ( A. Borghi) La vecchia ubriaca sul letto di paglia si guarda allo specchio e ruggisce veleno ed ha poca voglia di lavorare stamane che l'afa le spacca il seno il cane è agitato e là fuori piove così che l'odore è già umido e buono ma l'acqua entra dentro e il carbone è pece se picchia sul mestolo diventa suono E' sempre uguale il sud in tutto il mondo è uguale Il nonno ha già visto sei figli morire e il suo viso è una palla bucata se non dà più retta alle cose di casa figuriamoci poi alle cose di strada però adesso beve un pò troppa acquavite e ogni giorno in più è una tombola vinta soltanto le mosche gli danno attenzione nei tozzi bicchieri ha lasciato la grinta E' sempre uguale il sud in tutto il mondo è uguale La giovane donna che ascolta in silenzio il lungo fischio del treno lontano ormai si è scordata anche i sogni a buon prezzo e pesa l'anello che porta alla mano fortuna che oggi è arrivato qualcuno che canta sul dobro una nenia che piace se tutta la notte ha dormito in fienile adesso che è sveglio la sua voce non tace E' sempre uguale il sud in tutto il mondo è uguale Il viso è di quelli da stargli alla larga però è anche bello e adesso la guarda la giovane donna si abbassa a raccogliere un brivido nuovo "mio dio fammi sorda" però ci ripensa e si volta quel tanto da dare ai suoi occhi il colore più fondo del fondo del mare su un chiaro di luna pur senza parlare gli ha detto: peccato stanotte con te avrei avuto fortuna E' sempre uguale il sud in tutto il mondo è uguale Ha dato i suoi occhi e una mezza ballata al vecchio più sordo di un pezzo di roccia ed ha subito smesso di darsi da fare perchè da quel vecchio non spreme una goccia adesso che va a piedi nudi tra i solchi rimpiange la donna lasciata in quel posto e poi l'acqua chiara perchè asciuga il sole per chi calca il sud nelle terre d'agosto E' sempre uguale il sud in tutto il mondo è uguale E' sempre uguale il sud in tutto il mondo è uguale. |
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Bianchezza (P.A.Bertoli-F.Urzino) Con il tuo sguardo da allevatore e la tua bocca di frasi usate I tuoi amici di un altro mondo e le tue colpe dimenticate Con i tuoi giochi di colombe bianche e i tuoi vestiti di incenso e d'oro Con il tuo trono su tanti morti e la ricchezza senza lavoro Un palco, luci, gente che ti ammira Uomini in ginocchio, una lunga fila I tuoi scagnozzi anche nelle scuole a costruire un gregge vendendo le parole Una speranza in fondo ti sostiene, di costruire un mondo dove il pastore è un bene Dove comandi tu su tanta gente Dove ci sia la fede come nel medio oriente Col tuo passato di inquisizione e il tuo presente da denunciare Col tuo futuro di medioevo e i tuoi pensieri nel capitale Col tuo sorriso di porcellana e i tuoi ritorni che chiami nuovi Le tue indulgenze vendute all'asta e le crociate che non ritrovi Tu che sconfiggi spiriti cattivi, che oscuri il sole e i più famosi divi I tuoi seguaci devono pregare perché voi siete pochi ma nati per pensare Pensare a tutto il peso della vita e quando il giorno al farà finita Tu siederai nel cielo tra le stelle E a chi ha creduto tanto darai le caramelle Con i tuoi sogni senza materia e i tuoi fratelli sotto alle scarpe Con i tuoi figli bruciati al rogo ed i tuoi giorni vissuti a parte Con i tuoi versi di sette jene e i tuoi principi di colabrodo E i tuoi diritti senza ragione e la facciata tenuta a modo Il sacramento, poi la Sacra Rota La verginità, l'astinenza devota Le donazioni fatte dai penitenti e i più pietosi veli calati sui conventi La tua censura, la religione di Stato Dal codice Rocco verso il Concordato La frigidità, le torture più vere E le benedizioni sulle camicie nere. |
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Il buio (P.A.Bertoli-F.Urzino) Prima ci fu un lampo e poi l'oscurità Dall'innocenza alla ricerca dei perché Nell'ignoranza s'accesero i falò contrabbandando gli dei per verità Ed il buio fa paura ai marinai se non vedono un porto che verrà Una strada anche vista dagli oblò o una stella che non li tradirà Come c'è il giorno c'è l'oscurità che non si cura di te Non è un nemico è solo immensità, non è dominio di un Re Cambiano i sogni nel tempo che va, qualcosa ricorderò Ma il vento soffia e ti porta più in là, cambierò Prima di partire gonfio di curiosità verso un oriente chiuso dentro agli occhi suoi Appeso al filo di un mitico Katai Il viaggiatore è in fondo come noi Col mistero di sapere e una lanterna di pazzia, col coraggio e la sola verità Di avanzare, di spingersi più in là come fa la realtà Come c'è il giorno c'è l'oscurità che non si cura di te Non è un nemico è solo immensità, non è dominio di un Re Cambiano i sogni nel tempo che va, qualcosa ricorderò Ma il vento soffia e ti porta più in là, cambierò. |