7 novembre 2005
Alberto Castoldi
Vorrei trasmettere
alcuni pensieri inerenti la presentazione di Fiorello del cd tributo.
Ogni
lode – al di là che l’interpretazione possa piacere o meno – a
Rosario Fiorello.
Non credo abbia molta
importanza il personale giudizio su come sia stata cantata la
canzone.Siamo stati “allevati ed allenati” in modo viziosamente
virtuoso.
Il
problema è un altro: è l’unico, ecco perché ad esso va ogni
encomio, che parla di Pierangelo.
Gli altri, cazzutoni,
mi sia concessa la digressione, dove sono? E quando appaiono in radio o
in video perché non spendono qualche secondo del loro tempo – sempre
così prezioso - per un ricordo? Basterebbe notare l’apparizione
di Ligabue anche a Rockpolitik: non una parola. E i restanti che hanno
partecipato al disco?
Ma con tutta onestà,
colui che più mi irrita è Ligabue: alcuni cantanti o cantautori
possono essere in mano ai produttori ma un Ligabue. Con le indubbie sue
personali qualità ed i numeri di “clienti” che trascina, mi
viene da pensare che possa essere lui a condurre il gioco dei produttori
e non viceversa. Voglio dire che il Liga sarebbe il più prezioso
veicolo di conduzione affinché il disco possa realmente apparire.
La canzone, da
Alberto interpretata, è - obiettivamente - bellissima.
Il figlio avrebbe i
meriti, sia artistici che di immagine, per decollare. Perchè il Liga
non lo raccomanda (non nel senso nefasto italiano del termine) per le
qualità delle quali è fornito?Vogliamo togliere di mezzo tante mezze
calze - ben protette - e trainare i virtuosi?
Convengo appieno con
Marco Morrone su Pippo Baudo: la questua lasciamola a chi ne ha necessità
reale. Ha (mal)speso mezza parola dicendo una enorme vaccata.
A Pippo un cordiale
vaffanculo.
Alberto Castoldi - Trento
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