Ciao
Marco, ciao a tutti.
Desidero
dire la mia sull’intervista ad Angelo Carrara.
Non
mi è piaciuta.
A
lettura finita – ed ho letto soprattutto il “non detto” - mi è
rimasta appiccicata addosso una sensazione strana . Fastidiosa.
Il
Bertoli che ne “ viene fuori” non è ne esce benissimo.
Dirò
di più: non è Pieragelo Bertoli.
Se
è vero che , a volte, non basta una vita per conoscere una persona ,
è anche vero che , altre volte, basta anche un solo incontro…quando
questo si verifica tra persone che sanno comunicare.
La
comunicazione non è fatta solo di contenuti, di argomenti, ma anche ,
e soprattutto, di relazione.
Quando
manca la relazione - la capacità di intendersi - non esiste
comunicazione vera. Si tratta semplicemente di uno scambio di
informazioni o di semplici rapporti di lavoro. Punto.
Pierangelo
Bertoli –come tutte le persone che hanno una marcia in più –
capiva immediatamente chi aveva davanti . Sapeva distinguere …,
perché sapeva cogliere anche le sfumature . Non a caso era
un poeta.
Le
persone vere e pulite come lui ( basta leggere la realtà che ci
circonda) conoscono , spesso, lo scotto dell’emarginazione . E’
naturale che accada, soprattutto in un mondo che pare concedere spazio
ai mediocri…che fanno di tutto per regalare il nulla, affinché
nulla cambi.
Pierangelo,
comunque, è riuscito a
farsi spazio sempre , nonostante gli ostacoli , e l’ipocrisia
che non poteva non esserci anche nel mondo musicale .
E’
arrivato dappertutto. La sua musica è ovunque.
Carattere
scontroso? Basta. L’ho sentito troppe volte . Era dolcissimo. Certo,
non era uno che porgeva l’altra guancia e
che, a un pugno, rispondeva con una carezza . Ma questo
significa semplicemente avere una forte personalità.
Per
quanto riguarda il suo rapporto col denaro desidero raccontare ciò
che scelse di fare quando fece il suo concerto a Budoni. Diede una
parte di ciò che gli spettava ( diversi milioni) a
un’organizzazione che si occupava di disabili. Non mi risulta che
l’abbiano fatto altri . Era perciò, non solo generoso, ma MOLTO
attento ai bisogni degli altri…come tutte le persone che non
riescono e non riusciranno mai ad arricchirsi perché , quando
non si è miopi dentro, si è capaci di “vedere” e di capire che
dare parte del tuo a chi ne ha maggiore necessità significa…
restituire.
Questo
era Bertoli. Bello dentro e fuori. Lontano anni luce dal mondo del
lustrini, dell’apparenza, del vuoto.
Chi
non l’ha amato o aiutato musicalmente? Chi se ne frega! Ha
certamente perso un’occasione per crescere e per contribuire a
seminare bellezza.
Ma a noi la
bellezza della sua musica è arrivata ugualmente, intatta.
Chi
non è riuscito ad arrivare alla sua anima…semplicemente non lo
meritava.
Rosalba
Satta