Home > Sezione Verde - I fans comunicano > Riflessioni dopo l'intervista ad Angelo Carrara

  

Rosalba Satta

Ciao Marco, ciao a tutti.

 

Desidero dire la mia sull’intervista ad Angelo Carrara.

Non mi è piaciuta.

A lettura finita – ed ho letto soprattutto il “non detto” - mi è rimasta appiccicata addosso una sensazione strana . Fastidiosa.

Il Bertoli che ne “ viene fuori” non è ne esce benissimo.

Dirò di più: non è Pieragelo Bertoli.

Se è vero che , a volte, non basta una vita per conoscere una persona , è anche vero che , altre volte, basta anche un solo incontro…quando questo si verifica tra persone che sanno comunicare.

La comunicazione non è fatta solo di contenuti, di argomenti, ma anche , e soprattutto, di relazione.

Quando manca la relazione - la capacità di intendersi - non esiste comunicazione vera. Si tratta semplicemente di uno scambio di informazioni o di semplici rapporti di lavoro. Punto.

Pierangelo Bertoli –come tutte le persone che hanno una marcia in più – capiva immediatamente chi aveva davanti . Sapeva distinguere …, perché sapeva cogliere anche le sfumature . Non a caso era  un poeta.

Le persone vere e pulite come lui ( basta leggere la realtà che ci circonda) conoscono , spesso, lo scotto dell’emarginazione . E’ naturale che accada, soprattutto in un mondo che pare concedere spazio ai mediocri…che fanno di tutto per regalare il nulla, affinché nulla cambi.

Pierangelo, comunque, è riuscito a  farsi spazio sempre , nonostante gli ostacoli , e l’ipocrisia che non poteva non esserci anche nel mondo musicale .

E’ arrivato dappertutto. La sua musica è ovunque.

Carattere scontroso? Basta. L’ho sentito troppe volte . Era dolcissimo. Certo, non era uno che porgeva l’altra guancia e  che, a un pugno, rispondeva con una carezza . Ma questo significa semplicemente avere una forte personalità.

Per quanto riguarda il suo rapporto col denaro desidero raccontare ciò che scelse di fare quando fece il suo concerto a Budoni. Diede una parte di ciò che gli spettava ( diversi milioni) a un’organizzazione che si occupava di disabili. Non mi risulta che l’abbiano fatto altri . Era perciò, non solo generoso, ma MOLTO attento ai bisogni degli altri…come tutte le persone che non riescono e non riusciranno mai ad arricchirsi perché , quando non si è miopi dentro, si è capaci di “vedere” e di capire che dare parte del tuo a chi ne ha maggiore necessità significa… restituire.

Questo era Bertoli. Bello dentro e fuori. Lontano anni luce dal mondo del lustrini, dell’apparenza, del vuoto.

Chi non l’ha amato o aiutato musicalmente? Chi se ne frega! Ha certamente perso un’occasione per crescere e per contribuire a seminare bellezza.  Ma a noi la  bellezza della sua musica è arrivata ugualmente, intatta.

Chi non è riuscito ad arrivare alla sua anima…semplicemente non lo meritava.

                                                 Rosalba Satta