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1976
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1. Eppure soffia |
EPPURE SOFFIA [Pierangelo Bertoli - A.Borghi] E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi uccelli che volano a stento malati di morte il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte un'isola intera ha trovato nel mare una tomba il falso progresso ha voluto provare una bomba poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita invece le porta la morte perché è radioattiva Eppure il vento soffia ancora spruzza l'acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie bacia i fiori li bacia e non li coglie Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario e presto la chiave nascosta di nuovi segreti così copriranno di fango persino i pianeti vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli i crimini contro la vita li chiamano errori Eppure il vento soffia ancora spruzza l'acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie bacia i fiori li bacia e non li coglie eppure sfiora le campagne accarezza sui fianchi le montagne e scompiglia le donne fra i capelli corre a gara in volo con gli uccelli Eppure il vento soffia ancora!!! |
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PER DIRTI T'AMO [Pierangelo Bertoli - A. Borghi] Avrei voluto dedicarti una canzone con le parole della televisione tutti quei fiori e quei discorsi complicati che al cine fanno nei locali raffinati. Ma mi sembra di commettere un reato perché per dirti che sono innamorato perché per dirti cosa penso in fondo al cuore non c'è motivo che mi finga un grande attore. Per dirti t'amo, amo te, bastava solo che guardassi intorno a me per dirti ti vorrei sposare, è giusto dirlo, dirlo in modo naturale. Non voglio chiuderti in nessun mondo fatato e non ho voglia di tornare nel passato io so, potremmo avere il mondo nelle mani se siamo forti e fiduciosi nel domani. Avremo un posto dove andare a lavorare e avremo figli da allevare e da curare e tanto amore tanta gente come noi e avremo un mondo, un mondo nuovo intorno a noi. Per dirti t'amo, amo te, bastava solo che guardassi intorno a me per dirti ti vorrei sposare, è giusto dirlo, dirlo in modo naturale. La vera vita non si alleva in una serra, chiedo il tuo amore, che è nutrito dalla terra, perché è cresciuto con la pioggia e con il sole e sa capire anche queste mie parole. Per dirti t'amo, amo te, bastava solo che guardassi intorno a me per dirti ti vorrei sposare, è giusto dirlo, dirlo in modo naturale. |
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C'ERA UN TEMPO [A. Bertoli - A. Borghi] C'era un tempo che i miei occhi non vedevano che te, c'era un tempo che dormivi accanto a me senza pensare io credevo tu potessi dedicare la tua vita solo a me. Eri bellissima, quando mi amavi. Non ho mai capito bene come fosse cominciato, so soltanto che sei tu che l'hai voluto, certo però, non era un caso tu volessi far cambiare l'operaio ch'era in me. Non ti bastavano le mie canzoni. Dicevi che l'amore è una strada senza uscita, ho spostato le frecce ai crocicchi della vita; la strada si distende e mi porta ad andar via non c'è posto per l'amore nel tuo mondo di magia. C'era un tempo che parlavi della forza del destino, degli ostacoli che getta sul cammino, ma io non ho creduto alle leggende che tuo nonno ti cantava intorno al fuoco; non sono stato al giuoco, non ho accettato. C'era un tempo che credevo che il tuo amore fosse vero, ma il tuo amore è troppo chiuso tra te e me, perché non sai capire che la gente può morire senza aver amato te; com'è difficile farti capire. Dicevi che son pazzo perché amo la gente, mille anni più saggia è invece la mia mente; chiarisco tutto quanto pensando ai miei ricordi: avevi troppo amore nei tuoi dannati soldi. Voglio stare in questo mondo, dare un senso alla mia vita, e riempirla di sorrisi nuovi e veri, così non posso più restare a fingere l'amore che non c'è tra te e me: non è possibile restare insieme. |
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RACCONTA UNA STORIA D'AMORE |
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LA BALA [A. Bertoli - A. Borghi] Perché vot gnirm a dir che ten'er menga tè ormai i al san già tot ch'et ve seimper con quel lé at tto vesta anca me ma te et cuntenua dir che ten'er menga tè e che la geint la perla perché l'an sa csa fer perché l'an sa csa fer Tem vo dir cle una bala ch'im han cunte una bala tem vo dir cle una bala cle propria una bala ma me la me bala a la ciap con dal vein. A me amn'inporta gnint se te durant al de tvo ander a fer l'amour con quel ch'et per a te csa vot c'minporta a me ma an gnirem menga a dir che ten'er menga te perché tal se che el bale em piesen gnianch un po' em piesen gnianch un po' e po' po' ai count mei me che te. Tem vo dir cle una bala ch'im han cunte una bala tem vo dir cle una bala cle propria una bala ma me la me bala a la ciap con dal vein. |
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PREGA CREST |
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SERA DI GALLIPOLI [Degola - A. Borghi] Cosi è passata la domenica sul mare sugli scogli, fino a che il sole non si è deciso ad andar giù, sulla pelle ci rimane il sale del mare. Giriamo le vie di Gallipoli Rolando, Sandro ed io in libertà, liberamente qui possiamo stare noi, soli tra le vecchie mura bianche di calce. Porto di pescatori e gente povera che invecchia sull'uscio di una sola stanza, che mai sarà di questo nostro restare insieme? Sandro, quando finirà la nostra attesa? Quando, chetato il mare, senza più una parola, le spalle curve, andremo in cerca della luna. Scalzi giocano a calcio sulla strada bambini che crescono solo per andarsene, che mai sarà di questo nostro restare insieme? Rolando, quando ce ne andremo tutti via di qua? Quando, chetato il mare, senza più una parola, le spalle curve, andremo in cerca della luna. Un volto appare ad una finestra, ed è un volto senza sesso e senza età; amici, amici miei, dev'essere così scorderemo il nostro stare insieme di adesso. |
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POVERA MARY [A. Bertoli - A. Borghi] Senza più uno sguardo se ne andò, e quel lontano giorno ormai non lo potrai scordare tu, lo hai negli occhi sempre più; fu da quel dì che la bambina che era in te, senza problemi, né perché, si è ritrovata abbandonata donna ormai. Povera Mary, che n'è stato dei rosai? Passò qualche tempo ed arrivò la nuova vita nata in te, chiudesti al mondo gli occhi tuoi per dedicarti solo a lei; il nome che le hai dato lo portò e mai un momento lo lasciò, tua figlia vive per la madre che c'è in te. Povera Mary, sono triste e penso a te! Poi la tua bambina si sposò e il cuore in gola ti arrivò, dalla finestra il cielo è blu, per una volta hai vinto tu; bussano alla porta, chi sarà? un brigadiere?, che vorrà?, "Lei è la madre? C'è sua figlia morta, sa?" Povera Mary, di te adesso che sarà? Vecchia, stanca, lacera tu sei, ma torni ancora quando puoi nel cimitero, da colei che è stata tutti i sogni tuoi; sola verso casa tornerai, e mentre torni penserai: "Un altro giorno in meno, vado verso lei!" Povera Mary, sto piangendo e penso a te. |
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NON VINCONO [A. Bertoli - M. Dieci] Ben altro che pace e lavoro ci hanno portato davanti alle fabbriche schierano il carro armato e radono al suolo le case ed i forni del pane perché tutto un popolo in lotta patisca la fame. È guerra tra il cane che sfrutta e l'uomo sfruttato è guerra tra il porco che inganna e l'uomo ingannato è guerra tra il popolo schiavo che soffre e patisce e il cane che affama ed opprime e il dolore sancisce eppure qualcuno ha creduto alla pace coi lupi e adesso ci stanno opprimendo e rendono i tempi più neri e più cupi. Se oggi nessuno ha timbrato è perché non serviva e nelle galere han portato chiunque reagiva peccato che il tempo sia stato fissato da loro invece che nascere prima dal nostro lavoro. Nei campi nessuno ha guardato se il tempo è cattivo nei prossimi giorni il sereno non porterà cibo ma stacca dal chiodo il tuo pezzo di sano potere se il tempo è fissato da loro non stare a sedere non vincono, non vinceranno, non hanno domani la forza è nel puntello impugnato da oneste fortissime mani. Il prossimo fuoco sarà ravvivato da noi nel posto nel tempo e nel modo fissato da noi nessuno potrà soffocarlo diventerà immenso mi sembra già di vederlo se solo ci penso non vincono, non vinceranno, non hanno domani la forza è nel puntello impugnato da oneste fortissime mani. |
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È NATO, SI DICE [Pierangelo Bertoli - A. Borghi] Natale! Natale! Natale! Allora è arrivato Natale, Natale la festa di tutti, si scorda chi è stato cattivo, si baciano i belli ed i brutti si mandan gli auguri agli amici, scopriamo che c'è il panettone bottiglie di vino moscato e c'è il premio di produzione. Astro del ciel, pargol divin, mite agnello re… Natale! Natale! Natale! C'è l'angolo per il presepio e l'albero per i bambini i magi, la stella cometa e tanti altri cosi divini i preti tirati a parata la legge racconta che è onesta le fabbriche vanno più piano, insomma è un giorno di festa. Astro del ciel, pargol divin, mite agnello re… Natale! Natale! Natale! È festa persino in galera e dentro alle case di cura soltanto che dopo la festa la vita ritornerà dura ma oggi baciamo il nemico o quelli che passano accanto o l'asino dentro la greppia Natale il giorno più santo. Astro del ciel, pargol divin, mite agnello re… Natale! Natale! Natale! |
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CRISTALLI DI MEMORIA |
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DUE OCCHI BLU |