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Rocco Mazzone

 

Il primo Disco che mi è stato regalato, era Dalla Finestra. 

Era la prima volta che sentivo parlare di Pierangelo Bertoli ed ascoltavo le sue canzone. 

Nel 1991 a Roma, c'era un concerto presso un Teatro ed io da Crotone ci sono andato. 

E' stata una emozione incredibile. Ero in prima Fila. 

Un anno dopo, sono stato ad un altro suo concerto, questa volta a Siderno (RC). 

Un altro giorno ancora, il 16 di Agosto, (giorno del mio compleanno) Pierangelo doveva tenere un concerto a Camigliatello (CS). Purtroppo quella sera, arrivò un temporale, e niente concerto!!! Il mio compleanno più brutto. 

Le emozioni che provo quando ascolto, le canzoni di Pierangelo, sono indescrivibili. 

Ho quasi tutta la Discografia di Pierangelo, in Vinile, LP e musicassetta. 

Mi mancano solo gli album prima di Roca Blues. Il giorno della Sua morte, (senza retorica) è stato il giorno più brutto della mia vita. Anche se non l'ho mai conosciuto, per me era come uno di famiglia. 

Non passa giorno che in macchina, in Ufficio o a casa non ascolto la musica di Bertoli. Oramai è parte integrante di me.

 

Il giorno in cui è morto ho voluto scrivere, ciò che in quel momento era e rimane un mio pensiero che voglio comunque rendere partecipe:
 
La vita che ti aveva tolto tanto,
ti regalò il dono della voce
così che tu potessi con il canto
reprimere il dolore di quella croce.
 
La musica accompagnava il tuo pensiero
che era genuino e battagliero,
ma quando tu scrivevi le emozioni del tuo cuore,
venivano fuori le più belle canzoni d´amore.
 
Così che ci hai potuto raccontare:
"di come a volte il cielo tocca il mare"
"di come per dimostrare il proprio amore
non c´è bisogno di fingersi un attore".
 
Le parole che scrivevi con tono acceso e duro,
come per incanto si riflettevano nel futuro;
oltre che poeta canterino,
un altro dono possedevi: l´indovino.
 
Scomodo sei stato a molta gente,
perché hai cantato sempre il senso del dovere;
ma di loro non ti è mai importato niente
così come lo è stato del potere.
 
Cantavi: "perché a stare in trincea sono gli uomini normali
non i capi di stato o i generali;
perché a stare in trincea sono gli uomini normali,
non i vescovi e neanche i cardinali".
 
Ciao Pierangelo, grazie per la lealtà,
che c´è nei versi delle tue canzoni;
oggi ti sei ripreso la libertà,
ed a noi ci hai lasciato dolci emozioni.
 

Mazzone Rocco da Crotone.