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Rosalba Satta

 

EPPURE IL VENTO SOFFIA ANCORA

 

E’ stata un colpo al cuore la notizia della morte di Pierangelo Bertoli.Mi è parso che la mia anima - già lacerata, da tempo,  dal freddo degli  addii terreni - per un attimo si fermasse.

Un altro Poeta ha spiccato il volo…

Ho avuto il grande piacere di conoscere Bertoli nel 1992. Ero stata invitata  nella piazza de “I fatti vostri” per denunciare una trappola organizzata da una fantomatica casa editrice. Nella lettera che mandai alla redazione, alla fine espressi un desiderio : quello di poter incontrare Pierangelo Bertoli, che da sempre consideravo – e continuo a considerare - il Poeta più sanguigno della canzone italiana. Ricordo che non solo Fabrizio Frizzi , ma tutta la redazione si impegnarono moltissimo per realizzare il mio sogno. E ci riuscirono, superando non poche difficoltà. Lo incontrai in diretta ed ebbi poi occasione di parlare con lui. Era diretto, sincero, vero…come le sue canzoni. Aveva una marcia in più : quella che caratterizza le persone speciali rendendole uniche, insostituibili .

Fu davvero un’esperienza straordinaria della quale conservo gelosamente il filmato..  che ogni tanto rivedo e riassaporo. Mi portai appresso, a incontro terminato,una sensazione di freschezza, il bisogno di dedicargli dei versi e la certezza che ci saremo rivisti. Cosa che accadde alcuni anni dopo, a Budoni , in occasione della festa del patrono. Qualche ora prima che iniziasse lo spettacolo andai a cercarlo. Era già in piazza. Parlammo a lungo anche in quell’occasione e ricordo una sua frase particolarmente forte, provocatoria : “Il giorno in cui dovesse accadere di piacere a troppi… smetterei di cantare. Non mi piacerebbe essere apprezzato anche da chi non ha orecchie per sentire il dolore del mondo. E non credo che siano molti ad avere questa sensibilità…” Come assessore allo Spettacolo spettò a me il piacere immenso di presentarlo al pubblico e lo feci alla mia maniera : in modo sfacciatamente sincero e palesemente…di parte. Venne fuori tutto il mio entusiasmo , la mia ammirazione, il mio essere con lui contro chi inquina la vita e  uccide i sogni. Averlo come “compagno di viaggio” era per me motivo di conforto e di forza. Gli feci dono di una targa ,nella quale avevo fatto incidere alcuni versi delle sue canzoni più belle… Dono che lui apprezzò moltissimo.

Da allora non ci incontrammo più, nonostante i suoi numerosi tours in Sardegna. C’era sempre qualcosa- il tempo, l’ora tarda, impegni improvvisi- che me lo impediva.

Qualche anno addietro - si trovava a Nuoro per un concerto-  tramite mio fratello Paolo ( che , come sempre, continua anche nel ricordo ad accompagnare i miei momenti più belli) mi mandò questa sua foto con gli Istentales; dietro , di suo pugno, c’è scritto: “  Rosalba, io mi aspettavo di vederti dato che sono vicino ma spero che tuo fratello faccia almeno le tue veci. Pierangelo”.

La conserverò ancora più gelosamente, insieme alla collezione di tutti i suoi nastri, che forse un domani si smagnetizzeranno ma che saranno sempre lì a prolungare la vita e a ricordare il sogno-utopia di un coraggioso, straordinario , dolcissimo cantautore-poeta.

 

 

La forza di uno sguardo

(a Pierangelo Bertoli)

 

Quando il silenzio tace

e soffia piano

il vento della mia malinconia

…ascolto la tua voce.

Gli orizzonti si infrangono.

Oltre il sipario

delle cose di sempre

-tra cespugli di luce

e abbracci di parole-

scorgo in lontananza

un Don Chisciotte finalmente vincitore.

La musica finisce

e l’incanto si scolora.

Ma rimane appiccicata all’anima

-distinta-

la forza di uno sguardo :

profumo nuovo e intenso

di sensazioni ormai rispolverate.

 

 Rosalba Satta Ceriale

 

La tua musica

(a Pierangelo Bertoli)

Acqua di fonte

che rassicura il cuore.

Acqua di mare

 che morde ed accarezza.

 E racconta di una vita vissuta.

Assaporata.

Acqua di cielo

 che ristora

avvolge e rasserena

il germoglio che cresce.

   Ho messo insieme le tue note :

        ho sfiorato il tuo sguardo…

      Tenero è il ricordo.

         Forte

         la tua presenza.

Rosalba Satta Ceriale

 

Pierangelo Bertoli .

Due anni dopo il suo volo.

  Era il sette ottobre del 2002, quando si fermò il cuore  di  una delle voci più significative del panorama musicale italiano.

Pierangelo Bertoli , cantautore straordinario e persona bella, ci lasciava .

Quando , in un giorno qualunque, accade un fatto che ci tocca l’anima, ci ritorna in mente, in maniera nitida,  tutto ciò che accadde in quella giornata, che, diversamente,  trascorrerebbe senza memoria .

Ricordo bene: sentii la notizia , seduta in poltrona, mentre seguivo distrattamente un telegiornale che non guardavo.

Per le emozioni forti le parole tacciono , impietrite…

Da tempo le sue canzoni avevano accompagnato , e segnato, i momenti più o meno fecondi della mia vita .

Il mio innamoramento musicale non ebbe inizio in età adolescenziale, quando basta una sola strofa o una musica legata ad un particolare momento della tua crescita per creare un legame e/o dar via a una passione.

No. Avevo già varie primavere sulle spalle quando quella voce e quelle canzoni mi costrinsero ad una sosta . Fu perciò per scelta , e non per caso, che cominciai ad acquistare , e a ricevere in regalo, i suoi dischi e i suoi nastri .

Li ho tutti. E sono qui, nella mia casa,  accanto alle “cose” più belle : a quelle persone e a quei libri  che hanno contribuito  a rendermi più forte, più serena , più disposta a dare… perché più capace di vedere oltre i recinti.

Pierangelo Bertoli era una persona stupendamente scomoda .

In un mondo fatto di ipocrisie , di sepolcri imbiancati, di furto dell’informazione, di individualismi esasperati ed esasperanti, di ansia da successo e da bellezza inseguiti e costruiti a tutti i costi e a qualunque prezzo, lui cantava a “muso duro”, con la dolcezza e la disponibilità di chi ha una marcia in più , lo stupore per la  quotidianità intensamente vissuta, il bisogno  di conservare intatti quei valori non barattabili : la libertà, il rispetto per la natura, la solidarietà, la bellezza della diversità…

“Credo che tu mi cercherai un’altra volta…”, canta nella sua stupenda “China Town”.

Pierangelo ora sa, che noi che l’abbiamo stimato e amato prima del suo volo, l’ abbiamo davvero “cercato un’altra volta”  dopo quel sette ottobre .

Non spenderò una sola parola su chi, volutamente,  ha scelto, e sceglie, di non ricordarlo. Così come canta Pierangelo in “Bersagli mobili” , “di sordi e ciechi ne abbiam le palle rotte .”.

Quando l’informazione non avrà più un bavaglio e si darà spazio a chi ha saputo dire a dare, qualcuno gli renderà il merito che gli spetta come un diritto.

Frattanto a ricordarlo ci pensano gli Istentales  che hanno voluto e saputo dedicargli un pezzetto di Sardegna.

Ci pensa Marco Morrone, con un sito che dà voce a un ricordo.

Ci pensiamo noi che lo abbiamo conosciuto, apprezzato, seguito nel suo cammino musicale e umano.

Noi che abbiamo pianto lacrime vere per il distacco terreno , ma che sappiamo, avendo scelto il suo canto che non muore come una delle più significative colonne sonore del nostro cammino , che , in realtà, i poeti – e lui lo è stato nella musica e nella vita- vivranno sempre nella memoria , nei gesti e nello sguardo di chi,  nonostante tutto e a dispetto di tutto, sarà capace di stupirsi. E di sognare. Sempre.

                                                            Rosalba Satta Ceriale