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Bernardo Fallani Il mio incontro con Pierangelo avvenne a dodici anni ascoltando assiduamente una trasmissione radiofonica. Il conduttore, Maro Marcellini, bella persona, metteva spesso i dischi di Pierangelo. Ero incuriosito da questo vocione che cantava cose importanti, forse troppo per la mia giovane età. A sedici anni il mio incidente che mi ha catapultato nel mondo della disabilità. A diciotto, in Sardegna a Stintino, l'ascolto continuo di Tra me e me, capii finalmente il mondo di Pierangelo. Da quel momento non ci siamo più separati; l'incontro, lo stesso anno, con un altra bella e grande persona, Walter Rossi di Genova, ha amplificato l'amore per Bertoli dato che anche Walter è un grande suo estimatore. Da quel momento la caccia a tutti i dischi di Pierangelo, l'empatia in ogni singola nota, la condivisione di ogni verso. Ho il grande rammarico di non aver visto mai un suo concerto, anche se nessuno come Pierangelo riesce a trasmettere emozioni anche dai dischi. Per me Pierangelo rappresenta la vita, rappresenta come si possa essere Uomini anche essendo disabili, rappresenta lo spirito laico della vita. Ho seguito passo passo il suo percorso fino a quel sette ottobre che ha rappresentato solo una boa intorno alla quale girare e con la quale ricalibrare su diversi registri l'amore per Pierangelo. Pierangelo c'è ogni volta che mi viene sbattuta una porta in faccia ed ogni volta che riesco a salire un gradino, c'è quando piango e quando faccio l'amore. E' complicatissimo descrivere con le parole un amore ontico, che nasce da dentro, che esonda dal cuore. Ringrazio questa meravigliosa famiglia che mi fa sentire meno solo e mi auguro di conoscere personalmente i suoi membri quanto prima per sentirmi Uomo fra gli Uomini.
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