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Elia Banelli Mentre ascolto "Se tu fossi libera", "Maddalena", ed altre, è con il cuore che vi scrivo questa piccola lettera. Conoscevo il vostro sito già da un pò di tempo, anche se solo ora mi soffermo con maggiore attenzione. Sono giovane e purtroppo non ho potuto seguire tutta la carriera di Pierangelo, ma sono riuscito per fortuna ad assistere ad un suo concerto, è quella rimarrà per sempre una serata indimenticabile, momenti che ti trascini dentro per tutta una vita. Era la calda estate di quasi sei anni fa, nel 2000 (come il titolo di una sua canzone), nel piccolo paese di Petrizzi, sulla costa calabra in provincia di Catanzaro. Un piccolo palco improvvisato su una piazzetta suggestiva, cosi' tanta gente da riempire ogni centimetro quadrato. Pierangelo già lo conoscevo perché avevo ascoltato alcuni brani in cassetta dell'album "La sedia elettrica"(mi piaceva tanto "mio figlio"). Lo vidi su quella sedia, con la sigaretta sempre accesa, una voce incredibile su un corpo tormentato, uno straordinario affresco di saggezza e umanità, gli occhi di un angelo. Ha cantato con forza e coraggio per quasi due ore, stremato si è congedato con un sorriso. Bellissimo. Fu l'ultima volta che lo vidi. Rimasi di stucco, quando seppi casualmente della sua morte. Solo un telegiornale, su raitre, ne diede notizia. Neanche tanto. Una foto sullo sfondo e poche righe lette dal conduttore in studio. Quasi un obbligo di cronaca e niente più. Quando sei un uomo libero anche la sinistra ti sputa in faccia, arroccata sulle proprie travi di potere (i partiti ed i sindacati) insieme a tutte le sporche ideologie (diversi dai puri "ideali") che opprimono il nostro libero pensare, le chiese-i capi di stato-i generali, come ci ricordava nella splendida "Varsavia". Purtroppo in questo mondo "bisogna avere le ali" per superare il marcio che ci circonda, per non vivere male in questa fogna "dobbiamo nascondere la vergogna dei compromessi", "dove regna chi bara e non chi vale", altrimenti non c'è alcuno scampo. Il sistema è sempre lì in agguato, pronto a spedirti fuori se non ti dimostri ossequioso alle sue regole. Pierangelo mi ha insegnato che qualche volta dobbiamo indignarci, che nessuno ha il diritto naturale di sfruttare il prossimo, che purtroppo le apparenze sono premiate, le ipocrisie lodate, ma solo chi ha il cuore puro e semplice può inseguire la sua personale indissolubile libertà, pagando a duro prezzo la battaglia. Come un altro mito scomparso, Fabrizio De Andrè, Bertoli rimarrà per sempre il mio secondo padre, un punto di riferimento culturale e spirituale, un modello cui ispirarsi, non i falsi idoli di cartapesta dello spettacolo, degli sport miliardari, delle patinate star del cinema, degli scalmanati che vogliono sempre e solo apparire per un po’ di fama e di gloria, svendendo a poco prezzo la propria dignità. Grazie Pierangelo, continuerò ad ascoltarti in religioso silenzio, ricordando le dolci parole che illuminano il nostro cammino tortuoso ed irto d'ostacoli. In fondo al viale l'orizzonte della libertà ci aspetta. Pronto ad illuminare il nostro sorriso.
Elia Banelli
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