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Rossano Omicini Pierangelo è stato per me un maestro di vita, anzi Il Maestro, mi ha insegnato cose e accompagnato negli anni come un padre attento, severo ma giusto, sensibile e dolce, semplice e coerente, mai banale o scontato ma nemmeno troppo serioso o impegnativo a tutti i costi. Mi ha parlato con forza di giustizia, con decisione e monito della falsità e dell'inganno, con dolcezza di sogni, con tristezza di addii, con caparbietà di natura e di solidarietà, con lealtà di carattere, con amore, anche e sempre, di me. Quello che ho provato e che provo per lui e per la sua scomparsa credo sia pari a quella di un figlio che non lo ha più vicino, ma il cui insegnamento ed i cui preziosissimi insostituibili ricordi non potranno mai essere scalfiti da nessuno, nemmeno dalla ignobile e vergognosa condotta del mondo dello spettacolo e della musica, pronto a beatificare i suoi paladini e a nascondere sottotraccia e dimenticare Pierangelo, che ci narrava della vita con un linguaggio e una intensità sconosciuta ai più e, soprattutto, tenendosi sempre fuori dal coro e dal contro-coro. Gli ho voluto bene e lo ricordo con commozione, così come ricorderò per sempre uno dei giorni più belli, uno di quelli da scrivere nella stessa pagina della nascita dei miei tre figli, quello in cui, dopo aver assistito ad un suo meraviglioso concerto in uno sperduto paesino di provincia (lui ha sempre cercato con coerenza il contatto con l'uomo semplice ovunque esso fosse, anche a costo di radunare -talvolta- poche centinaia di persone) ho avuto finalmente l'occasione di parlagli, di sorridere con lui e di abbracciarlo forte come avevo sempre desiderato. Grazie per sempre, Pierangelo. E grazie a voi, per questa iniziativa a dir poco lodevole. Che il vostro -anzi il nostro- coro si elevi più in alto della torre più alta, non per convincere nessuno -non tutti siamo fatti "così"- ma per tributare il giusto onore ad un gladiatore della poesia che tanto ha segnato, positivamente, le vite di tutti noi. In piedi, sul mio banco, anch'io con voi saluto il mio maestro: "Oh Capitano, mio Capitano....."
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